giovedì 27 marzo 2008
L'ingresso al Comunale
giovedì 20 marzo 2008
Una Juve d'oro
Ecco i 17 “podii” ottenuti da 12 diversi giocatori bianconeri nelle 51 edizioni del “Pallone d’oro”:
1959 Charles (3°)
Ecco i record assoluti detenuti dalla Signora al proposito:
*maggior numero di vittorie consecutive: 4 (Rossi e tre volte Platini, che ha anche il record individuale di vittorie consecutive)
*maggior numero di “medaglie”: 17 (9 primi posti, 5 secondi e 3 terzi)
*maggior numero di italiani vittoriosi: 3 (Rossi, Baggio, Cannavaro);
È un record: nessuna squadra europea ha fatto meglio!!
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Come è la storia? Qualcuno vaneggia ancora di schede ungheresi o filippine?
martedì 11 marzo 2008
Giampiero Combi
fonte ilpalloneracconta.blogspot.com
domenica 9 marzo 2008
Una data storica: 24 luglio 1923
Il 24 Luglio 1923, la famiglia Agnelli entra a far parte della Juve con Edoardo, padre di Giovanni ed Umberto, e figlio del fondatore della FIAT, eletto nuovo presidente in sostituzione di Corrado Corradini, autore dell'inno sociale che la Juve adotterà fino agli anni sessanta. In quella Juve esordì in prima squadra il grande Giampiero Combi, portiere del quinquennio. Poi, con l'arrivo di giocatori come Munerati, Rosetta, Bigatto, la Juve vince il suo secondo scudetto nel 1926.
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La Juve agli Agnelli; ieri,oggi e domani
mercoledì 5 marzo 2008
BILBAO 18 MAGGIO 1977
lunedì 3 marzo 2008
Correva l'anno 1900
Ammetto che questo fatto descritto sopra lo apprendo solo oggi.
A parte questo mi vengono i brividi quando penso ai nostri giocatori che oltre cento anni fa già vincevano, già dominavo contribuendo a costruire le fondamenta dell'unica vera leggenda italiana: la Juventus!
domenica 2 marzo 2008
Accadeva oggi...
tratto da /ilpalloneracconta.blogspot.com
Nasce a Barengo (Novara) il 4 luglio 1928. La Juventus lo preleva dal Momo, squadra dilettantistica del Novarese, nell’immediato secondo dopoguerra e con i mai traditi colori bianconeri, nell’arco di quindici stagioni, disputa 460 partite (444 di campionato, 13 di Coppa Italia e 3 nell’ambito della Coppa dei Campioni) realizzando 179 goals (178 in campionato e 1 in Coppa Italia).
La nostra prima maglia
tratto da juvefan.tifonet.it
Un certo Mister Savage, commerciante all'ingrosso di prodotti tessili a Torino nel 1903, giocatore di Calcio, ma soprattutto arbitro designato di determinate partite ufficiali, viste le magliette color rosa ed i pantaloni neri dei giocatori della Juventus, propose loro di rinnovare quell'uniforme, comprando in Inghilterra una nuova e più completa dotazione. Ricevuto l'incarico, Mister Savage si mise subito in contatto con una fabbrica tessile di Nottingham ed inviò l'ordine d'acquisto accompagnato dalla più matrattata delle vecchie uniformi rosa e nere. L'impiegato di Nottingham, vista la scolorita maglietta rosa, credette che fosse piuttosto bianca e macchiata. Quindi, vista la coincidenza tra i colori della Juventus e quelli bianconeri della squadra locale, il Notts County, pensò bene di spedire in Italia una dotazione di uniformi appunto del Notts County. A Torino, quando fu aperto il grosso pacco postale, ci furono esclamazioni di delusione e molte critiche. Le maglie a strisce bianconere non piacquero. Ma non c'era alternativa, pertanto dovettero adottarle
sabato 1 marzo 2008
La leggendaria notte del Bernabeu
FORMAZIONE REAL: Araquistain, Santamaria, Casado, Miera, Ruiz A., Del Sol, Tejada, Ruiz Felix, Di Stefano, Puskas, Gento. All. Miguel Muñoz
FORAMAZIONE JUVENTUS: Anzolin, Charles, Sarti, Bercellino G., Garzena, Leoncini, Mora, Mazzia, Nicolè, Sivori, Stacchini. All.Carlo Parola
ARBITRO: Guigue (Francia) RETI: 1T 38° Sivori
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TUTTI in nero facevano ancora più paura. E loro la paura dovevano combattere. Quella del Santiago Bernabeu, tempio del Real Madrid che nell’anno del Signore 1962 era ancora inviolato. Nessuno in Europa era riuscito a vincere nella casa dei padroni della CoppaCampioni. Così, quando nei quarti di finale di quella stagione, la Juventus perse la prima partita in casa per 1- 0, a Madrid erano già pronti a fare festa. La gara di ritorno era attesa come una celebrazione di quello squadrone di galattici ante litteram. Attesa vana, perché arrivò una Juventus tremendista, comandata da un Omar Sivori assetato di vendetta sportiva nei confronti dei boriosi spagnoli. E, anche cromaticamente, vestita con il colore dell’arrabbiatura. Tutti neri, maglietta, calzoncini e calzettoni, che nel caso di Sivori erano regolarmente abbassati alla caviglia. « Faceva paura quello stadio. Faceva paura il fatto che loro, su quel campo, non avevano mai perso. Ma sbagliarono l’approccio, pensavano fosse una passeggiata dopo la vittoria di Torino. E noi arrivammo a Madrid, molto concentrati e determinati. Marcandoli a uomo e con la forza della serenità, perché in fondo neppure noi eravamo così convinti di vincere in quello stadio e se non avessimo vinto non sarebbe stato uno scandalo. Eppure, a un certo punto capimmo che potevamo farcela. Sicuramente dopo il gol. Segnai io, dopo che Charles mi aveva fatto da sponda di testa, andando a prendere un cross in cielo. Lui era formidabile nello svolgere quel lavoro, forti come lui non ce ne sono mai più stati. Uno a zero alla fine del primo tempo e loro iniziano ad aver paura. Noi prendiamo coraggio, ma davanti avevamo gente come Santamaria, Gento, Puskas, Di Stefano... Alla fine pootevamo anche raddoppiare, all’ultimo minuto fallimmo il gol del 2- 0 che sarebbe stato quello della qualificazione alle semifinali e di una storica eliminazione del Real. E invece finì 1- 0 e si andò alla bella. Brutto ricordo quello. Si giocò a Parigi e non meritavamo di perdere 3- 1, successero cose incredibili in campo, non sono mai stato picchiato come in quell’occasione, c’era Pachin che mi massacrò le gambe. Qualche settimana dopo, Hurrà Juventus uscì con un servizio sulla partita e mise una foto delle mie gambe al termine dei novanta minuti. Quell’immagine impressionò anche me. D’altronde all’epoca il Real era una squadra forte e un club potente » . Di questa splendida storia, che Sivori aveva raccontato molti anni dopo, sentendo ancora l’emozione di quello stadio leggendario, rimane quindi un’eliminazione amara e beffarda, ma anche il dolce sapore di un’impresa che rimane negli annali del calcio internazionale. Per la prima volta, una squadra europea era riuscita a violare il sancta sanctorum del club più titolato del continente. E quella squadra era la Juventus di Charles, Boniperti e Sivori.
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Non era ancora nato, ma solo leggendo queste poche righe sono gonfio d'orgoglio!